Le demenze sono una condizione di disfunzione cronica e progressiva delle funzioni cerebrali che determina un declino delle facoltà cognitive.
Cos’è la demenza
E’ un disturbo acquisito con base organica della memoria e coinvolge almeno una delle funzioni intellettive quali pensiero astratto, capacità critica, linguaggio, orientamento spazio-temporale, con la conservazione della coscienza vigile; si associano disturbi comportamentali e la progressiva perdita di autonomia nello svolgimento delle abituali attività della vita quotidiana. Generalmente al disturbo di memoria infatti si accompagna uno stato di confusione per il quale il paziente può non riconoscere le persone (anche i propri familiari) o i luoghi abituali e gli oggetti di uso comune, che talvolta non riesce ad usare correttamente.
A questo quadro di compromissione cognitiva si associano spesso alterazioni dell’umore e/o del comportamento quali:
- ansia e/o agitazione
- depressione,
- facile irritabilità e/o aggressività
- disturbi del sonno
- attività afinalistica: cioè senza uno scopo preciso (wondering: bisogno compulsivo di camminare)
- disinibizione
Persona con demenza
Il malato può avere consapevolezza dei propri deficit e reagisce assumendo atteggiamenti di chiusura o di depressione. Spesso tuttavia non si rende conto delle difficoltà che incontra nello svolgimento delle normali attività della vita quotidiana e si comporta come se non avesse alcuna compromissione della propria autonomia, con relativi rischi (es.: dimenticanze, smarrimenti anche in luoghi conosciuti…). Ne conseguono possibili atteggiamenti aggressivi nel momento in cui qualche famigliare cerca di attuare un controllo protettivo nei suoi confronti.
Famiglia di una persona con demenza
Le malattie degenerative non influiscono solo sul paziente, ma diventano spesso malessere dell’intero sistema familiare. Sono i familiari coloro che soffrono del notevole carico assistenziale che si rende necessario. Al momento dell’esordio della forma di demenza, il familiare ne risente a livello emotivo (parziale “perdita” del proprio caro), sociale (avviene spesso una chiusura del familiare con la possibile riduzione della ricerca di contatti sociali), fisico (in termini di stanchezza e tensione nervosa).
Può non conoscere quale “nuova” modalità può assumere per entrare in relazione al meglio con il malato e con le sue manifestazioni comportamentali. Subentrano spesso emozioni di ansia, rabbia o colpa, che si presentano con maggiore intensità nel momento in cui si opta per la scelta di affidare il proprio caro ad un ricovero.
L’intervento con il famigliare si pone l’obbiettivo di allentare il livello di stress, migliorando quindi anche la qualità di vita sua e del malato.