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ATTACCHI DI PANICO: ANSIA ATTUALE O DEL PASSATO?

PANICO FRA PASSATO E PRESENTE

Gli attacchi di panico sono esperienze improvvise e intense che generano una sensazione di paura incontrollabile, accompagnata spesso da sintomi fisici come tachicardia, sudorazione, difficoltà respiratorie e un senso di perdita del controllo. Questi episodi, apparentemente scollegati da una causa evidente, pongono spesso chi ne soffre di fronte a un’unica domanda:

Perché mi sta succedendo?

Per molti, possono sembrare eventi legati esclusivamente al presente, innescati da situazioni o stress immediati. Ma è davvero così? In realtà, gli attacchi di panico hanno spesso radici molto più profonde, affondando nelle esperienze emotive non elaborate del passato.

Emozioni represse: il passato che si riflette nel presente

Quando attraversiamo esperienze difficili, dolorose o emotivamente intense, spesso non siamo in grado di affrontarle pienamente, specialmente se avvengono durante l’infanzia o l’adolescenza. Questo accade perché, in quei momenti, ci mancano gli strumenti emotivi per comprenderle e gestirle. Di conseguenza, quelle emozioni possono essere accantonate, represse o ignorate, come se venissero “ammucchiate” dentro di noi.

Per esempio, un bambino che vive in un contesto familiare dove non c’è spazio per esprimere paura o tristezza può imparare a reprimerle. Allo stesso modo, un adulto che affronta un trauma potrebbe scegliere inconsapevolmente di “chiudere a chiave” quell’esperienza dolorosa per andare avanti.

Questa repressione emotiva, pur funzionando come una strategia temporanea di sopravvivenza, ha un costo: le emozioni non vissute non scompaiono, ma si accumulano. Si trasformano in una sorta di tensione emotiva che rimane latente, pronta ad emergere nei momenti di sofferenza.

Gli attacchi di panico sono spesso l’espressione di questa tensione emotiva accumulata, una sorta di “grido” del corpo e della mente per portare alla luce ciò che è stato lasciato irrisolto.

Radici emotive degli attacchi di panico: i legami con il passato

Gli attacchi di panico sono spesso collegati a situazioni e dinamiche che risalgono al passato, tra cui:

  1. Esperienze traumatiche: eventi come la perdita di una persona cara, incidenti o violenze possono lasciare segni profondi, anche se apparentemente superati.
  2. Relazioni difficili: vivere in un ambiente familiare rigido, dove le emozioni non trovano spazio, o affrontare relazioni tossiche può portare a reprimere i propri sentimenti autentici.
  3. Pressioni sociali e personali: il bisogno di conformarsi alle aspettative, reprimendo la propria debolezza per apparire “perfetti” agli occhi degli altri.

In tutti questi casi, il passato crea una tensione emotiva che, non trovando valvole di sfogo, si manifesta con episodi di panico nel presente.

Il significato nascosto degli attacchi di panico

Gli attacchi di panico quindi non sono semplicemente episodi da temere o evitare, ma possono essere visti come segnali preziosi. Essi indicano che qualcosa dentro di noi ha bisogno di attenzione, cura e consapevolezza. Sono una spia che ci invita a fermarci e a riflettere su ciò che sta accadendo nel nostro mondo interiore.

Gli attacchi di panico, quindi, non rappresentano solo ansia attuale, ma un intreccio complesso tra passato e presente.

Un attacco di panico non è un errore del nostro corpo o della nostra mente. Piuttosto, è un messaggio. Il panico ci comunica che stiamo trattenendo troppo, che c’è una parte di noi che chiede di essere ascoltata e accolta.

Quando nel nostro passato abbiamo accantonato emozioni come paura, rabbia, dolore o senso di colpa, queste non scompaiono, ma rimangono in una sorta di “zona grigia”. Con il tempo, questa zona si amplia, accumulando tensione emotiva. Il risultato? Episodi di panico che sembrano “esplosioni” improvvisate, ma che in realtà sono il culmine di un accumulo emotivo di lunga data.

Considerare l’attacco di panico sotto questa luce ci permette di vederlo non come un nemico, ma come una guida. È un invito a guardarci dentro, a scoprire ciò che abbiamo ignorato o evitato, a dare spazio alle emozioni soffocate ea liberarcene in modo sano.

La tensione emotiva che esplode: il ruolo delle emozioni non vissute

Immaginiamo il nostro corpo e la nostra mente come un vaso. Ogni emozione repressa, ogni esperienza dolorosa non elaborata aggiunge una goccia a questo vaso. Per molto tempo, possiamo riuscire a mantenerlo sotto controllo, evitando di pensare o distraendoci con la quotidianità. Se non troviamo modi per svuotarlo, arriverà un momento in cui traboccherà, ed è proprio in quel momento che può verificarsi un attacco di panico. Quando il vaso si riempie e non c’è più spazio, anche una piccola goccia può farlo traboccare.

La tensione emotiva accumulata si manifesta come un sovraccarico, portando il corpo a reagire con sintomi fisici e psicologici estremi. Questo non accade per “punirci”, ma per farci prendere coscienza di ciò che non siamo riusciti ad affrontare nel tempo.

Ecco come si verificano gli attacchi di panico: non sono necessariamente legati all’evento scatenante immediato, ma rappresentano il momento in cui il vaso emotivo trabocca. Il panico è la reazione del corpo e della mente che ci avverte che è tempo di svuotare quel vaso.

Affrontare il panico: dall’ansia al percorso di guarigione

Riconoscere il legame tra gli attacchi di panico e le emozioni del passato è il primo passo verso la guarigione. È fondamentale capire che non si tratta di “debolezza” o “fallimento personale”, ma di un processo naturale del nostro sistema emotivo che cerca di ristabilire l’equilibrio.

La psicoterapia offre un percorso sicuro per esplorare le emozioni represse, identificare le cause profonde del panico e apprendere strategie per gestire la tensione emotiva. Attraverso le tecniche come:

  • Il dialogo guidato: per esplorare le esperienze che hanno contribuito all’accumulo emotivo.
  • L’elaborazione delle emozioni: per riconoscere, accettare ed esprimere ciò che si prova, anziché reprimerlo.

Il lavoro terapeutico aiuta non solo a ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi, ma anche a prevenire che si ripetano in futuro.

Conclusione: trasformare il panico in una risorsa

Con il giusto supporto e una maggiore consapevolezza, possiamo trasformare il panico da nemico a messaggero, da ostacolo a opportunità. Le emozioni non elaborate non devono più controllarci: possiamo liberarcene e vivere una vita più serena, imparando ad accogliere il passato e a vivere il presente con autenticità e tranquillità.

Ricorda: il cambiamento è possibile, e ogni attacco di panico può essere il primo passo verso una maggiore libertà emotiva e psicologica.

 

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    Pietro Mignano psicologo psicoterapeuta Legnano