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Status sociale e benessere psicologico

E’ consuetudine comune attribuire particolare rilevanza alle caratteristiche del singolo individuo nel determinare il disagio mentale, ma è altrettanto importante considerare l’interazione fra soggetto e ambiente di vita.

DETERMINANTI SOCIALI DELLA SALUTE MENTALE

In quest’ottica si parla delle cosiddette determinanti sociali della salute mentale, che caratterizzano i diversi contesti  e sono le circostanze socioeconomiche. Sono  le condizioni di vita nei quali ci si trova a nascere, crescere, ricevere un’educazione scolastica, lavorare, invecchiare e morire; sono costituite da valori socio-culturali e da politiche sociali, macroenomiche e di governo.

Più specificatamente si fa distinzione fra:

  1. determinanti prossimali, che sono le cause ultime che precedono gli stati di benessere o malessere psichico. Sono i gli stili di vita poco salutari, la suscettibilità individuale alla malattia e i fattori di rischio materiali e psicosociali.
  2. determinanti sociali di salute (o determinanti distali o strutturali), che sono le condizioni socioeconomiche alla base della diversa e iniqua distribuzione dei fattori di rischio e di protezione della salute. Esse Influiscono anche sui processi di stratificazione della società tramite la diversa distribuzione di opportunità e risorse. Determinano lo status socio-economico di ogni singolo individuo o sistema familiare all’interno del sistema gerarchico delle classi.

COSA SONO I DETERMINANTI SOCIALI

I determinanti sociali influiscono lungo il corso della vita e sono costituiti dalle politiche abitative, lavorative e di welfare, ma anche da aspetti di contesto quali la fiducia reciproca, la discriminazione, la coesione sociale e il capitale sociale

Tali fattori sono la cause delle disuguaglianze sociali (Wilkinson, Pickett, 2009) dalle quali derivano le disuguaglianze materiali, simboliche e di potere (Wilkinson, Pickett, 2010). Ciascuna posizione sociale ha una differente possibilità di usufruire delle risorse a disposizione determinando diverse opportunità in termini di istruzione, lavoro svolto, reddito, classe sociale e gruppo etnico di appartenenza

In questo senso si può desumere che i disturbi mentali (comuni o sottosoglia), cosi come anche i comportamenti disfunzionali (es: violenza, razzismo..) non sono da intendersi solo come reazioni psicologiche. Sono anche fenomeni sociali, poiché è anche al di fuori del soggetto che essi trovano gli elementi per il loro sviluppo (De Piccoli, 2014).

Si evince quindi l’importanza di rivolgere l’attenzione all’intero ciclo di vita di ciascun individuo a partire dalle prime fasi dello sviluppo in un ottica intergenerazionale.

DISUGUAGLIANZE SOCIALI

Le disuguaglianze si trasmettono fra generazioni consolidando le cause alla base dei disturbi di salute mentale (WHO, 2014; Campion, 2013). Un esempio è dato dal diverso tipo di sviluppo del linguaggio e del vocabolario per bambini appartenenti a famiglie di differenti classi sociali e quindi diversamente avvantaggiate. Il divario linguistico viene trasmesso alla generazione successiva, indirizzando diversamente lo sviluppo e la crescita (Hart e Risley 2003).

Questo esempio della trasmissione intergenerazionale della disuguaglianza consente di comprendere il peso dei determinanti sociali, di come intervengano nel determinare le condizioni di vita dalla nascita fino alla vecchiaia.

E’ necessario quindi prendere in esame queste determinanti per intervenire sulle disuguaglianze associate ai disturbi mentali, ponendoci come fine ultimo lo stato di benessere psichico della popolazione (WHO, 2014).

Ciò significa ricontestualizzare la salute mentale, ridimensionandola all’interazione individuo-ambiente; la si deve considerare quindi non solo a livello nosografico, dal momento che non è conseguenza solo delle caratteristiche individuali.

Sarebbe necessario entrare in questa nuova visione per non correre il rischio di approcciarsi al disagio mentale risolvendo solo il sintomo, ma trascurando le cause dello stesso, che permangono nel tempo. In tale ottica non è il sintomo il male da sconfiggere e debellare, poiché è solo un segnale di una male più profondo e nascosto. E’ da considerare invece come la porta d’entrata per capire la causa del disagio.

Il sintomo è da intendersi come atto comunicativo, che segnala qualcosa che non va ed è necessario analizzarlo in tutte le sue sfaccettature.

I determinanti sociali sono alla base dei nostri sintomi psicologici, soprattutto in questo momento di pandemia con i suoi risvolti a livello economico, sociale ed emotivo. Le crisi economiche infatti mettono a rischio il mercato dl lavoro, con conseguente maggiore povertà e incertezza.

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    Pietro Mignano psicologo psicoterapeuta Legnano