Il paziente è motivato verso una psicoterapia quando sente il bisogno di un cambiamento in alcuni ambiti della propria vita, al fine di ritrovare una condizione di maggiore benessere a livello psicofisico, relazionale, professionale, amicale, sentimentale.
Ci si chiede tuttavia quale cambiamento sia possibile, di quale cambiamento siamo effettivamente capaci e quale cambiamento è giusto per noi.
L’approccio cognitivo
Secondo l’approccio cognitivo sistemico il cambiamento è inteso nell’ottica dell’assunzione di maggiore consapevolezza del proprio funzionamento e quindi del proprio comportamento.
Il cambiamento si rende possibile nel momento in cui il paziente giunge ad una conoscenza di sé più completa.
Quanto ci consociamo effettivamente? Quanto conosciamo il perché delle nostre azioni, emozioni e modi di essere?
Il nuovo equilibrio
Il cambiamento terapeutico consiste nel ritrovare un nuovo equilibrio, che non viene suggerito dal terapeuta attraverso un insieme di istruzioni. E’ bensì il paziente che può ricercare questo nuovo equilibrio, raggiungerlo e consolidarlo attraverso la conoscenza del proprio modo d’essere.
Ciascun individuo fa riferimento ad un personale ed unico modo di leggere ed interpretare la realtà, che spesso si differenzia dalla visione oggettiva e razionale.
Uso l’esempio dell’ascensore, che di per sé è dotato di estrema sicurezza, ma su cui qualcuno potrebbe riversare altre interpretazioni che lo rendono poco sicuro ai suoi occhi. Un altro esempio: una penna può essere semplicemente vista come uno strumento per scrivere ma può essere anche interpretata come oggetto appuntito che può fare male agli occhi. Questi esempi illustrano che ci rapportiamo con la realtà che ci circonda con serenità o meno in base all’interpretazione che diamo.
In questo senso per razionalità individuale si intende l’insieme di regole che attivano comportamenti finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo che si pone la singola persona. Non è da intendersi solo nella dicotomia vero-falso o giusto-sbagliato.
E’ razionale ciò che per la singola persona, con le sue potenzialità, con i suoi vissuti e con le sue emozioni, risulta essere più funzionale al mantenimento di un proprio equilibrio o benessere.
La razionalità è rivolta non tanto al raggiungimento di un obiettivo considerato “giusto o vero” in modo assoluto, ma è rivolta al conseguimento di uno scopo la cui utilità è valida per la singola persona.
L’autosservazione
Il cambiamento parte dall’autosservazione, che il paziente è invitato a fare lungo il processo di psicoterapia, durante la quale emergono ricordi della propria storia di vita, nella quale si possono individuare le radici del modo d’essere.
Non è facile guardarsi ed osservarsi in modo obiettivo, soprattutto perché siamo soliti a vedere determinati aspetti di noi, trascurando, tralasciando o non volendo vederne altri.
Spesso siamo portati a fare riferimento solo ad una certa visione di noi stessi, che può essere limitata, parziale o deformata.
Nel corso della terapia il paziente può ritrovare autonomamente altri punti di vista da cui osservarsi, che magari non ha mai preso in considerazione. Grazie all’aiuto che fornisce il terapeuta ad autosservarsi, il paziente può venire a conoscenza delle spiegazioni, giuste o sbagliate che siano, che si è dato del proprio disagio, a livello conscio o inconscio.
E’ importante comunque che sia il paziente a vedersi con nuove modalità, scoprendo sfaccettature di sé poco conosciute fino ad allora.
Conclusioni
Da quanto detto si conclude che la psicoterapia persegue tre obiettivi:
- Comprensione delle modalità con cui una persona si guarda e si percepisce, a cui consegue l’atteggiamento che si ha con sé stessi e con il mondo circostante
- Individuazione delle motivazioni che sono alla base di queste modalità
- Ricerca nella storia del paziente dell’evento o della fasi di vita che sono stati l’origine di queste modalità.