Ci si trova a disagio nel proprio contesto di vita, non si trova il migliore adattamento, si vorrebbe conoscere le reali motivazioni delle proprie azioni.
COSA SIGNIFICA DISAGIO
Stare male, o a disagio, non vuole dire essere malati o rientrare nelle categoria dei pazzi. Può capitare a tutti infatti di attraversare periodi di vita in cui mettiamo o ci vengono messi in dubbio le nostre certezze, punti di riferimento. Si fatica a comprendere quali possono essere i propri reali pensieri, emozioni-sensazioni o reali motivazioni.
E’ possibile riscontrare difficoltà ad accettare gli aspetti della propria personalità, che giudichiamo “anomali”, magari solo perché non coincidono con ciò che vorremmo per noi, o con ciò che avvertiamo che gli altri si aspettano da noi: percepiamo una distanza fra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, con conseguente sensazione di inadeguatezza che spesso è alla base del disagio o della sofferenza
A volte è possibile imbattersi in momenti in cui avvertiamo una “dissonanza” tra nostro modo di sentire e la realtà della vita di tutti i giorni.
Nella nostra società le emozioni in generale vengono scoraggiate, dal momento che ”essere emotivo è diventato sinonimo di instabile e squilibrato” (Erich Fromm). Ogni nostra azione invece è strettamente legata alla sfera emotiva ed affettiva, tanto che non è possibile pensare e vivere senza emozioni.
Tutti noi cerchiamo continuamente di comprendere qual è il nostro pensiero, in relazione a quello degli altri o a quello del mondo e questa comprensione guida le nostre azioni del momento e ci porta a programmare il futuro sia a breve che a lungo termine.
COMPRENSIONE DI SE’
La metafora dell’uomo scienziato (Kelly), ogni individuo ha la propria visione del mondo (teoria personale), si crea le proprie aspettative su ciò che accadrà (ipotesi) e il comportamento che ne consegue è un continuo esperimento e messa alla prova di queste aspettative.
Il disagio psicologico può derivare quindi dalla mancata o difficile comprensione di ciò che accade in noi o intorno a noi e dalla non realizzazione delle nostra aspettative.
“Io penso che questa concezione dell’uomo, espressa dal
paradigma dell’uomo scienziato, e viceversa, significhi che la
spiegazione ultima del comportamento umano risiede
nell’esame delle imprese dell’uomo, nelle domande che si
pone, nelle linee d’indagine a cui dà origine e nelle strategie
che adotta, anziché nell’analisi della configurazione logica e
nell’impatto degli eventi con i quali si scontra” (Kelly, 1969)