Specializzato in psicoterapia cognitiva

Aspetti psicologici della perdita economica

Ogni tipo di perdita può essere motivo di dolore, dalla perdita delle persone care, di lavoro, di stima, fino alla perdita al gioco e a quella finanziaria. Ne derivano effetti spiacevoli sulla salute mentale e fisica e anche sulle relazioni sociali e affettive.

Il senso di sicurezza personale viene intaccato, determinando alterazioni emotive e stress psico-fisico, con conseguenze a livello socio-affettivo. Non si sa cosa fare, come comportarsi e subentra il timore di perdita di controllo, di status sociale, di autostima, di riconoscimento, di capacità di programmazione.

REAZIONE ALLE PERDITE

Diversi studi²  hanno dimostrato che dalla perdita deriva un’elevata incidenza di depressione e ansia. Ne conseguono possibili disagi familiari o comportamenti poco salutari per la persona, come l’alterazione delle abitudini alimentari o l’ aumento del consumo di bevande alcoliche.

 “…nessuno di noi vuole perdere denaro, esattamente come nessuno vuole provare dolore” e per motivi evoluzionistici la perdita genera emozioni di intensità molto maggiori rispetto alle emozioni legate alla vittoria4.

Il nostro cervello elabora l’informazione della perdita finanziaria come un pericolo imminente, attivando risposte di tipo difensivo ed emozioni di paura e dolore.

Questa informazione risulta essere più “urgente”, come se fosse un segnale di allarme cui consegue un comportamento determinato dal principio di avversione alle perdite³ volto ad evitarle, senza riuscire a considerare che magari, così facendo, rischiamo di incorrere in una futura perdita ancora maggiore.

Secondo determinati studi³, infatti, la percezione di una perdita di una certa entità è molto superiore (da 1,5 a 3 volte) a quella di un guadagno di pari entità

PERDITA FINANZIARIA

Solitamente chi è esperto nel campo dell’investimento finanziario è consapevole che la perdita fa parte del gioco, non ha paura delle possibili perdite, conosce gli eventuali rischi, esegue un’attenta analisi delle motivazioni delle proprie scelte, modifica il proprio comportamento nel tempo ed ottiene i risultati desiderati.

Chi invece non ha adeguata esperienza nella valutazione del rischio del trading finanziario non riconosce che le perdite sono qualcosa di inevitabile e si scoraggia davanti ad un risultato che non risponde alla propria attesa.

E’ suo desiderio/pretesa recuperare subito la perdita subita ed insiste su investimenti rischiosi, ricordando che in passato la propria strategia di trading gli ha portato guadagni; non trova motivo di riconsiderare eventuali nuovi dati fondamentali per stimare razionalmente la probabilità di perdita/guadagno.

Ci si fa guidare da uno stato mentale di vendetta che spinge a voler tornare in possesso di quanto perso al più presto, modificando la precedente strategia definita a “mente fredda” che prevede un giusto utile con l’investimento nel medio-lungo termine.

Ci si fa travolgere cioè da un impulso non calcolato, si agisce senza tenere in considerazione i rischi relativi, facendo appello ad una propria sensazione di onnipotenza, rischiando di aggravare sempre più il proprio declino finanziario. Si può dire che è la stessa cosa che accade quando si punta al casinò, sicuri che la prossima mano di gioco sarà a nostro favore.

 Si è spesso posti davanti ad un dubbio: vendere o non vendere, vendere per evitare perdite ulteriori o attendere che l’andamento del mercato cambi.

FINANZA COMPORTAMENTALE

La finanza comportamentale in proposito ci viene in aiuto introducendo il concetto di bias cognitivo relativamente alle scelte  d’investimento/disinvestimento.

Si definisce bias cognitivo una distorsione dei nostri processi di pensiero, influenzati da precedenti esperienze con risultati positivi, che ci porta ad agire e a prendere decisioni senza seguire una logica razionale.

Il blas cognitivo più frequente è la già citata avversione alla perdita³ (“Loss Adversion”) e quindi l’avversione al rischio: si preferisce evitare una perdita piuttosto che avere un guadagno di equivalente valore; in altre parole siamo più disponibili ad assumere rischi maggiori per evitare la perdita, piuttosto che per guadagnare.

CONSIDERAZIONI SUL COMPORTAMENTO DI CHI RISCHIA

Può essere importante cercare di comprendere quale è il nostro rapporto con i soldi per avere maggiore consapevolezza dei comportamenti disfunzionali.

La consapevolezza del proprio modus operandi è utile per capire se le nostre decisioni rispecchiano effettivamente ciò che vogliamo o se sono frutto di scorciatoie che imbocchiamo perché ci sembrano le più sicure o le più comode.

Quante volte o in quali contesti di vita ci capita di effettuare delle scelte in questo modo, nel tentativo di trovare delle risposte a nostri stati di incertezza, dubbio e disagio?

Certamente il primo strumento mentale necessario per ridurre al minimo o per tollerare al meglio lo stress dovuto alle incertezze è il possesso di un adeguato bagaglio di conoscenze tecniche delle dinamiche dei mercati.

Il secondo strumento è la conoscenze di sé stessi, del proprio modo d’essere e del proprio funzionamento cognitivo-emotivo.

A livello psicologico ci sentiamo costantemente giudicati  dal mondo e dalle persone che ci sono vicine. Può essere difficile rendersi conto che prima di tutto siamo noi stessi ad osservarci-giudicarci, facendo appello al nostro “giudice interiore”, che non si assume facilmente la responsabilità di una perdita; allo stesso modo non accetta facilmente che una vittoria (o un guadagno) sia dovuto al caso e non sia merito nostro.

Ciò capita spesso quando si effettuano operazioni finanziarie tramite trading online, che è immediato, a portata di mano e di clic, disponibile anche dal telefono in qualsiasi momento e in qualunque luogo.

COINVOLGIMENTO EMOTIVO NELLA GESTIONE DEL RISCHIO

Davanti a scelte che comportano un rischio si è sottoposti a due tipi di pressione emotiva:

  1. Eccesso di euforia: i guadagni generano la sensazione di infallibilità, a cui consegue una minore attenzione allo studio e valutazione dei meccanismi dei mercati. Si persevera ad occhi chiusi su ciò che in precedenza è risultato vincente senza valutare se le condizioni sono mutate;
  2. Eccesso di depressione: le perdite spingono viceversa a rivoluzionare le proprie strategie di trading, cadendo su metodologie di scelta poco accurate.

E’ impossibile eliminare l’emotività; il prof Duccio Martelli5, ha effettuato studi su persone anaffettive e quindi patologicamente incapaci di provare emozioni, dimostrando che le scelte sul rischio non vengono mai effettuate in modo completamente razionale.

Potrebbe essere utile un sostegno psicologico nel valutare quali sono le  abitudini con cui affrontiamo i problemi di scelta.

COMPORTAMENTO DI SCELTA

Gli errori in cui si rischia di cadere più frequentemente sono:

  1. L’imitazione di operazioni d’investimento che appaiono vincenti. Anche nel settore degli investimenti subentra il bias cognitivo dell’ effetto gregge: ci tranquillizza pensare che il migliore comportamento sia quello assunto dalla maggioranza delle persone; è più facile accettare di aver commesso un errore insieme ad altri, piuttosto che temere di essere tra i pochi ad avere sbagliato
  2. Il bias della famigliarità ci può portare a concentrare il nostro investimento sugli strumenti (titoli o mercati) che si conoscono meglio, tralasciando altre forme e la fondamentale strategia della differenziazione.
  3. La paura del cambiamento e del rimpianto, che spinge a perseverare nelle scelte effettuate in passato ritardando cambiamenti del nostro modo d’agire.
  4. L’eccesso di confidenza, per il quale reputiamo di essere in possesso di abilità e competenze che non sono realmente nostre.
  5. Non riconoscimento dei nostri errori, che ci hanno portato ad investire su un titolo: piuttosto di riconoscere l’errore si insegue la speranza che le cose tornino ad andare diversamente
  6. L’effetto disposizione, che ci induce a vendere troppo presto gli investimenti al momento redditizi, pur conservando a lungo quelli in perdita ormai improduttivi. Si perseguono obiettivi di breve termine, eccedendo nelle operazioni di acquisto-vendita, con la speranza di riuscire a produrre guadagni in breve tempo. Si pecca di presunzione, tralasciando la necessità di perseguire un assetto mentale a lungo termine.

Questi errori derivano dal bisogno di attenuare lo stress, determinato da diversi fattori che possono essere stanchezza, paura, avidità e bisogno insoddisfatto di stabilità.

AMICO STRESS

Si dimentica che lo stress può invece essere letto come un amico, un segnale d’allarme che indica che la situazione non ci è congeniale e attende di essere cambiata. Ci suggerisce il bisogno di rallentare, d’informarsi, di fermarsi o di chiedere aiuto a chi ha più conoscenza del mercato e della psicologia del comportamento umano.

E’ necessario assumere un atteggiamento maggiormente umile per valutare di volta in volta il proprio “modus operandi”, le proprie conoscenze, aspirazioni e obbiettivi, al fine di un maggiore adattamento alla realtà attuale con auto riflessività e consapevolezza di sé stessi.

CONCLUSIONI

E’ bene ricordare che è impossibile effettuare una stima certa del rischio, che le analisi che facciamo non sono definitive, che le condizioni del gioco e le relative analisi non sono “per sempre”; sono continuamente mutevoli e imprevedibili per loro stessa natura.

In sintesi:

  1. il tempo cambia continuamente le carte in tavola: ad una caduta segue un recupero, ma nessuno sa quanto e fino a quando si cadrà, né chi ricupererà;
  2. si opera in totale incertezza, in un contesto in cui vale una cosa, ma allo stesso tempo vale anche il suo esatto contrario;
  3. perdere ci procura dolore e la quantità di soddisfazione derivante dal guadagno è minore della quantità di dolore derivato dalla perdita.

 

BIBLIORAFIA

  1. Recession Depression: Mental Health Effects of the 2008 Stock Market Crash*Melissa McInerney,a Jennifer M. Mellor,a and Lauren Hersch Nicholasb
  2. Association of a Negative Wealth Shock With All-Cause Mortality in Middle-aged and Older Adults in the United States – Lindsay R. Pool, PhD1Sarah A. Burgard, PhD2,3,4Belinda L. Needham, PhD3; et alMichael R. Elliott, PhD4,5Kenneth M. Langa, MD, PhD4,6,7,8Carlos F. Mendes de Leon, PhD3 – JAMA. 2018;319(13):1341-1350. doi:10.1001/jama.2018.2055
  3. Differential Encoding of Losses and Gains in the Human Striatum Ben Seymour,1 Nathaniel Daw,2 Peter Dayan,2 Tania Singer,1,3 and Ray Dolan1 1 Wellcome Trust Centre for Neuroimaging, UCL, London WC1N 3BG, United Kingdom, 2 Gatsby Computational Neuroscience Unit, and 3 Institute of Cognitive Neuroscience, London WC1N 3AR, United Kingdom
  4.  Cortical substrates for exploratory decisions in humansND DawJP O’doherty, P Dayan, B SeymourRJ Dolan – Nature, 2006 – nature.com
  5. Le basi neuronali delle scelte finanziarie – Pag 296 – Maggio 2017 – Duccio MartelliGiorgio Coricelli
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    Pietro Mignano psicologo psicoterapeuta Legnano