L’EMDR è un metodo di psicoterapia che consiste nella Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari (Eye MovementDesensitizationand Reprocessing) ed è rivolto al trattamento di problematiche psicologiche, riconducibili ad eventi traumatici o a periodi di vita particolarmente stressanti.
E’ una tecnica che si basa sull’elaborazione dell’esperienza che è stata di difficile assimilazione dal punto di vista emotivo personale. La mente umana infatti è considerata come un computer le cui componenti del sistema operativo sono la percezione, la sensazione, la memoria, il pensiero logico, il linguaggio…. I diversi input esperienziali vengono elaborati ed integrati dando loro un significato e immagazzinati nella memoria.
In tal modo inscriviamo in memoria la visione che abbiamo di noi stessi, degli altri, del mondo e delle diverse esperienze passate, presenti e future. Talvolta capita tuttavia che l’elaborazione rimanga incompleta o sia stata eseguita solo parzialmente a causa di un’esperienza troppo carica di stimoli o talmente disturbante che il nostro cervello ha dovuto effettuare una selezione di input per evitare il sovraccarico emotivo. Si tratta di un’operazione di “economia” delle risorse per mantenere ciò che sembra il migliore equilibrio possibile in un determinato momento. Ma quanto è duraturo questo equilibrio, o quanto rischia di crollare dando origine alle difficoltà psicologiche?
L’obiettivo dell’EMDR consiste nel riattivare la normale elaborazione dei ricordi traumatici per consentire una più funzionale ed adattiva elaborazione dell’esperienza che ha causato difficoltà psicologiche sotto forma di ansia, depressione, disturbi alimentari, comportamenti di dipendenza, ossessioni o disturbi psicosomatici.
La nostra memoria tiene traccia di tutte le esperienze vissute nel corso della vita e gli episodi traumatici o particolarmente difficili da gestire determinano l’affluenza nel nostro cervello di un eccesso di informazioni con un “intasamento”di elaborazione, che creano disagio emotivo percepibile anche molto tempo dopo l’evento.
Questo accade perché sono presenti meccanismi che si attivano in automatico, quindi senza controllo cosciente della persona, che sono disturbanti, intrusivi e non funzionali al raggiungimento dei nostri obiettivi.
L’EMDR consente una rielaborazione più adattativa della memoria traumatica, aprendo la possibilità verso una nuova autovalutazione di sé, con relative nuove emozioni, minore reattività fisica e comportamenti più adattivi ai diversi contesti di vita. I pensieri e i ricordi appaiono meno intrusivi dal momento che la persona rivive il trauma in modo distaccato, come un ricordo del passato, non più emotivamente disturbante.
La persona giunge a “far amicizia” con l’evento del passato il quale viene vissuto in modo costruttivo per una maggiore comprensione di sé stesso e per affrontare il futuro.
STIMOLAZIONE BISENSORILE
Il presupposto di base è che un trauma psicologico determina cambiamenti del sistema nervoso (disequilibrio di neurotrasmettitori, elevate concentrazioni di cortisolo e di adrenalina…) causando un malfunzionamento dell’omeostasi cerebrale. La stimolazione (emotiva e sensoriale), avvenuta durante l’evento/processo traumatico, non viene elaborata adeguatamente e viene immagazzinata in memoria, mantenendo le sue caratteristiche traumatizzanti negative in termini di immagini, emozioni, suoni, sensazioni; ne derivano modalità di percepire sé stessi e gli altri in modo disfunzionale.
La tecnica dell’EMDR consiste in una stimolazione bilaterale che viene applicata nel momento in cui il paziente rivolge l’attenzione al ricordo del passato. Essa consente la maggiore rievocazione di altri dettagli, immagini ed emozioni correlati all’evento, che erano andati “persi” durante il primario processo di elaborazione avvenuto in passato. La stimolazione bilaterale riattiva quindi il processo di elaborazione che è rimasto bloccato, dando inizio ad una forma di autoguarigione psicologica e consentendo la riattivazione di un normale processo di elaborazione dell’informazione correlata all’evento traumatico.
La stimolazione bilaterale si effettua in base a ciò che è più funzionale per il paziente:
- può avvenire secondo il canale sensoriale della visione “guidando” i movimenti oculari del paziente a destra e a sinistra, invitando a seguire con lo sguardo le dita del terapeuta;
- può avvenire attraverso il canale sensoriale del tatto secondo cui il terapeuta tocca in modo alternato i palmi delle mani appoggiate sulle ginocchia con i palmi verso l’alto;
- può avvenire tramite il canale sensoriale dell’udito, schioccando in modo alternato le dita vicino alle orecchie destra e sinistra del paziente.
CONCLUSIONI
Il terapeuta, facendo uso di una metodologia strutturata, accompagna il paziente nella descrizione di ciò che è stato vissuto in modo traumatico e nell’individuazione-descrizione di ciò che è stato disturbante. Il paziente è accompagnato lungo un processo di rielaborazione più adattiva e funzionale, giungendo a costruire in autonomia una visione cognitiva ed emotiva positiva, andando a sostituire quella negativa.
Un esempio dalla pratica clinica: un paziente è passato dall’affermare “sono una persona negativa” ad affermare “sono una persona forte, in grado di fare le cose”.
L’efficacia della metodologia è stata confermata dai cambiamenti che avvengono in seguito ad ogni seduta di psicoterapia a livello delle strutture e del funzionamento cerebrale.