Specializzato in psicoterapia cognitiva

SHOPPING TERAPEUTICO vs SHOPPING COMPULSIVO

SHOPPING TERAPEUTICO e SHOPPING COMPULSIVO

Lo shopping è un toccasana per lo spirito e per il corpo in quanto per molti migliora il tono dell’umore.  Basti pensare all’’eccitazione che si ha anche solo al pensiero di fare shopping, alla gratificazione che si verifica mentre lo si effettua e alla soddisfazione raggiunta ad acquisto effettuato.

Si parla spesso infatti di “shopping terapia” in riferimento proprio agli effetti positivi dello shopping.

A livello del sistema nervoso centrale vengono coinvolti i cosiddetti “ormoni della felicità” (serotonina e dopamina), definiti in tal modo perché sono portatori di sensazioni positive di benessere.

SHOPPING E GLI EFFETTI SUL BUONUMORE:  

Gli effetti positivi dello shopping possono essere:

    1. ABBASSAMENTO DEI LIVELLI DELL’ANSIA E DELLO STRESS

      Possiamo paragonare l’effetto dell’acquisto di qualcosa che ci piace a quello di un ansiolitico che aiuta a tenere sotto controllo la tristezza e a darci buonumore nell’immediato.

    1. INNALZAMENTO DELL’AUTOSTIMA

      I mille impegni delle nostre giornate spesso ci portano a dimenticare o a tralasciare i nostri bisogni; siamo portati infatti a posizionare in fondo alla lista delle cose ciò che ci riguarda, con effetti negativi sul nostro umore. Ritagliarsi momenti da dedicare allo shopping può avere effetti positivi sulla nostra autostima: un maglione nuovo, degli accessori particolari, una seduta dalla parrucchiera sono piccoli sfizi che ci faranno sentire meglio sia a livello personale che a livello interpersonale, nelle relazioni con gli altri.

    1. STIMOLO AL MOVIMENTO

      Lo shopping non è solo allenamento mentale (dove posso trovare il maglione che cerco? E se provassi anche quel pantalone che mi piace molto? Meglio la marca X o la marca Y? …) ma anche fisico. Fare del movimento infatti stimola la produzione dell’ormone della felicità. Fare shopping nei negozi può comportare un consistente dispendio calorico.  le sessioni di shopping possono trasformarsi in vere e proprie maratone: raggiungere i negozi, le prove dei capi nei camerini, le passeggiate per curiosare nelle vetrine degli altri negozi…

    1. MIGLIORAMENTO DEI RAPPORTI INTERPERSONALI:

      Cosa c’è di più bello che fare shopping in compagnia delle amiche, della mamma, e di qualunque persona con la quale amiamo trascorrere del tempo? Fare shopping spesso significa consolidare le nostre relazioni sociali (soprattutto tra donne) e può anche essere l’occasione di conoscere persone nuove.

    1. GRATIFICA IMMEDIATA:

      Abbiamo ormai appurato che fare acquisti, in particolare per noi stessi, ci fa stare meglio. Uscire a fare shopping, magari in un momento di stress e di ansia, può aiutarci a risollevare il morale. Non neghiamoci una piccola sessione di shopping, sempre però con l’accortezza di aver fissato un budget dal quale non dobbiamo discostarci, se vogliamo godere dell’effetto benefico a tutti gli effetti.

Non sempre però lo shopping ha solo effetti positivi. Occorre infatti fare una distinzione tra l’acquisto di un oggetto specifico, scelto perché siamo davvero interessati a possederlo, e lo shopping compulsivo, fatto solo per “riempire il carrello”.

SHOPPING COMPULSIVO

La compulsione è un’azione che viene ripetuta in modo costrittivo, senza controllo razionale, con l’obiettivo primario di mettere a tacere l’emozione di ansia determinata da pensieri che si presentano in modo insistente.

Lo shopping è definibile compulsivo nel momento in cui diventa una forma di vera e propria dipendenza, che si mette in atto spinti da un impulso di comprare privo di controllo, per dare risposta a sensazioni di vuoto – ansia – stress che al momento sembrano venire lenite.

Il soggetto è pervaso da un impulso a fare acquisti che si palesa come una modalità di pensiero che coinvolge tutte le dimensioni della persona (emotiva, fisica, comportamentale e cognitiva) e che non si riesce a contenere.

Solo in seguito, quando ci si rende conto di ciò che si è acquistato (di cui effettivamente non si aveva bisogno), dei soldi spesi, spesso al di sopra delle proprie possibilità economiche, subentrano emozioni negative di rabbia o di colpa, che comunque non aiutano ad evitare di mettere in atto nuovamente il comportamento disfunzionale.

Si compra per sedare temporaneamente i vissuti di depressione, di vuoto, ansia e insoddisfazione, uscendo di casa, con l’impressione di dare un senso alla propria di vita e di riappacificarsi con sé stessi.

E’ una forma di dipendenza cui si associano anche l’astinenza quando c’è l’impossibilità di acquistare e la marcata difficoltà ad abbandonare questo comportamento che la persona stessa riconosce essere eccessivo.

I soggetti che presentano questo disturbo sono soprattutto le donne di 30 – 40 anni: eccedono dal proprio budget di spesa comprando oggetti/vestiti non necessari che vengono accumulati.

FASI DEGLI EPISODI DI SHOPPING COMPULSIVO

Ogni episodio del disturbo prende inizio da uno stato emotivo di ansia – tristezza, proseguendo con uno stato di euforia volta ad ottenere una sorta di momentanea serenità (pace con sé stessi), che tuttavia è di breve durata dal momento che subito dopo l’acquisto subentrano la frustrazione e la colpa; si cade dentro un vero e proprio circolo vizioso.

Le fasi di questo processo sono le seguenti:

    1. Fase del pensiero: desiderio incontrollabile di comprare un oggetto, con correlate emozioni di noia, rabbia, ansia
    2. Fase della programmazione dell’acquisto: cosa comprare, dove e come pagare…
    3. Fase della compulsione: azione vera e propria dell’acquisto privo di controllo e di freni; la persona è presa dallo stato euforico del momento
    4. Fase discendente della compulsione: l’euforia si esaurisce e al suo posto subentrano emozioni di colpa, tristezza, frustrazione

DIPENDENZA DA SHOPPING

I soggetti affetti da shopping compulsivo mettono in atto un vero e proprio comportamento che assimila questo disturbo agli altri disturbi di dipendenza (es: da sostanze, da gioco…).

I tratti che portano a contestualizzare l’attività di shopping come una forma di dipendenza con minimo controllo sono:

1- Frequenza dell’attività messa in atto, senza che venga presa in esame l’utilità o il danno dell’azione compiuta

2- Assenza di controllo: l’azione è compiuta senza mediazione della razionalità;

      • vengono acquistati oggetti costosi di cui non si ha bisogno effettivamente,
      • non vengono valutate le caratteristiche di qualità dell’acquisto
      • non si pongono limiti di spesa, tanto che si è soliti pagare con la carta di credito che rende il pagamento immediato, senza prendere contatto fisico dei soldi

3- Euforia e soddisfazione derivanti solo dall’azione dell’acquisto e non dall’oggetto comprato che diventa quasi subito privo di interesse e che verrà così accumulato

4- Costante pensiero ansioso di fare shopping, che risulta così invasivo nella mente che interferisce con le normali attività quotidiane lavorative e sociali.

 

A livello diagnostico lo shopping compulsivo non è inquadrabile come un disturbo a sé stante (come possono essere per esempio la fobia, l’ossessione ….) e come tale non è descritto nei manuali diagnostici (DSM: Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) ma può essere inserito nell’area dei disturbi del controllo degli impulsi, in cui rientrano per esempio i comportamenti di gioco d’azzardo.

CAUSE

Le possibili cause possono essere di due tipi, in base alla fase di vita in cui in cui ha inizio:

    1. Tarda adolescenza: la causa risiede nella bassa autostima, con relativi stati di ansia e depressione derivanti anche da un bisogno di riconoscimento sociale. Comprare acquisisce il significato di espressione di sé stesso e di desiderio di maggiore riconoscimento del proprio valore.      Solitamente la dipendenza si mantiene nelle prime fasi dell’età adulta, per svanire con il passare degli anni.
    1. Età adulta: lo shopping compulsivo funge come migliore risposta, seppure momentanea, che la persona trova ai vissuti di depressione e ansia.

SINTOMI

E’ possibile riassumere i sintomi che tratteggiano la dipendenza da shopping compulsivo:

    1. Si effettuano tanti acquisti senza badare alla propria economia
    2. Si pensa continuamente allo shopping, togliendo risorse di pensiero ad altri ambiti di vita. Avviene una forte interferenza con le normali attività di vita quotidiana e di vita sociale
    3. Tristezza ed emozioni negative nel momento in cui non si compra o non si pensa allo shopping. Anche qualora si comprendesse che sarebbe necessario effettuare meno acquisti, non si riesce comunque a trattenersi dal comprare.
    4. Lo shopping è l’unica modalità per tornare di buon umore
    5. Assuefazione: si è portati a comprare sempre più per dare risposta ad un bisogno di auto-appagamento e per mantenere alto lo stato euforico.

TERAPIA

E’ fondamentale, anche se non facile, partire dal riconoscere di essere in difficoltà e di avere un problema. Talvolta sentiamo che siamo davanti ad una difficoltà, ma spesso facciamo finta di niente, anche perché questa difficoltà è per noi funzionale a non sentirci tristi, giù di corda, abbattuti… Talvolta può essere necessario l’aiuto di famigliari o di persone che ci sono vicine e che ci accompagnano a riconoscere il problema

La psicoterapia aiuta a comprendere quali sono gli stati emotivi che portano ad assumere determinati comportamenti al fine di superarli. L’obiettivo primario quindi non è quello di eliminare il sintomo (shopping compulsivo), bensì quello di diventare consapevoli delle cause, che spesso sono depressione, ansia.

(Consiglio la visione del film “I LOVE SHOPPING”)

 

 

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    Pietro Mignano psicologo psicoterapeuta Legnano